Frutto del drago | Cos'é?
Un drago colorato ha conquistato il nostro cestino della frutta. Il frutto del drago, il cui nome ufficiale è pitaya o pitahaya, appartiene alla famiglia dei cactus e non ha solo un aspetto decorativo ed esotico ma, quando è maturo, ha anche un sapore meravigliosamente dolce e rinfrescante.
Inoltre, grazie alle sue vitamine e sostanze nutritive, è anche molto sano. Contiene vitamina B, C ed E nonché ferro, calcio e fosforo. Gli enzimi proteolitici presenti nella polpa e nei semi del frutto del drago favoriscono la digestione. La pitaya è composta principalmente da acqua, per cui 100 grammi di polpa apportano solo 50 kcal, ovvero 210 kJ. Usato esternamente, il frutto del drago contribuisce anche al benessere generale, poiché il suo estratto rivitalizza e rinfresca la pelle.
L’arbusto rampicante è originario dell’America centrale, ma oggi è coltivato soprattutto in Nicaragua, Cina, Vietnam, Thailandia e Israele. La pianta succulenta fiorisce solo per una notte, durante la quale deve avvenire l’impollinazione. Dai fiori cresce il frutto simile a un fico d’india, che può raggiungere un peso di 500 grammi e una lunghezza di 15 centimetri.
Il primo raccolto avviene solo dopo 20 anni. A causa del suo aspetto bizzarro e della sua buccia ricoperta di scaglie, la pitaya ricorda una creatura fiabesca, da cui il suo nome «frutto del drago».
La buccia della pitaya è di colore rosso o giallo. Esistono diversi tipi di pitaya, la cui polpa può avere colore e gusto diverso. La consistenza, invece, è sempre gelatinosa, e può essere paragonata a quella di un kiwi o dell’uva spina. La pitaya rossa presenta una polpa bianca o rossa con piccoli semi neri che, come il kiwi, può essere mangiata con il cucchiaio direttamente dal frutto.